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Immagine del redattoreDon Giovanni

Grotta libera tutti - Omelia Natale 2021

Aggiornamento: 22 feb 2022

Ecco che le debolezze e le fragilità sono abitate dalla fiducia nel Signore così ripetono a parole e con la vita Giuseppe e Maria

la Sacra Famiglia

Il vangelo inizia con la conta. Così chiede l’imperatore Cesare Augusto per capire la sua potenza e la sua forza. Conta quanti sono i suoi sudditi e si sente forte. E’ una tentazione forte misurare la nostra forza in base a quanto siamo forti, potenti, a quanto possiamo mostrare i muscoli, a quanto sappiamo parlare bene, esprimere bene le nostre opinioni motivando ogni scelta, ogni aspetto, avere tutto e tutti sotto controllo, non disponibile a sorprese e imprevisti. Mi viene alla mente un episodio biblico: il grande re Davide, ad un certo punto del suo regno dopo tanti successi si dimentica del Signore e viene preso dalla stessa tentazione e chiede ai suoi collaboratori di contare quanto è numeroso il suo popolo. Davide si è dimenticato quanto diceva affrontando il gigante Golia: “Tu vieni a me con la spada, con la lancia e con l'asta. Io vengo a te nel nome del Signore degli eserciti”. Davide trascura la sua fiducia nel Signore e ne sperimenta le conseguenze lui per primo ma anche il popolo che rappresenta. Dio tramite il profeta gli dice: «Vuoi tre anni di carestia nel tuo paese o tre mesi di fuga davanti al nemico che ti insegua oppure tre giorni di peste nel tuo paese? Ora rifletti e vedi che cosa io debba rispondere a chi mi ha mandato». Davide rispose al profeta Gad: «Sono in grande angoscia! Ebbene cadiamo nelle mani del Signore, perché la sua misericordia è grande, ma che io non cada nelle mani degli uomini!». Davide sceglierà tre giorni di carestia.

Quante volte anche per noi si ripete questa tentazione e dimentichiamo le parole del salmo:Il Signore è la mia forza e il mio scudo; in lui s'è confidato il mio cuore, e sono stato soccorso; perciò il mio cuore esulta, e io lo celebrerò con il mio canto.

Come è consolante e riempie il mio viso di lacrime di gioia il tuo annuncio che giunge a noi dal tuo angelo:


Angelo annuncia ai pastori la nascità di Gesù
“Oggi è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore”. Che bello sono salvo, perché tu mi salvi, tu mi sostieni. Tu mi prendi in braccio, tu mi sollevi come su ali d’aquila.


Ecco che il vangelo accanto alla forza di Cesare Augusto ci presenta la fragilità, la debolezza di Giuseppe e Maria. Come li sentiamo vicini con le loro preoccupazioni e ansie, con i dubbi e le loro domande, ma loro ci consegnano il segreto.


Ci riportano all'esperienza del limite umano, al nostro essere creature, alla nostra fragilità che tante volte facciamo fatica ad accettare.


Quante volte la notte si fa lunga e sono stanco di rigirarmi fino all'alba… quante volte non si dorme per pensieri, preoccupazioni, o pesi e sofferenze che portiamo nel cuore? Ed è faticoso accettare il limite umano, il non poter fare più come si vuole, il portare avanti una situazione pesante, a volte indurisce il cuore lo rende insensibile. Altre volte pensiamo che una sofferenza che viviamo sia un castigo di Dio, una conseguenza negativa dei nostri sbagli…Di fronte a tutto ciò la buona notizia del vangelo di oggi è questa:

"davanti all'umanità bisognosa Gesù si accende, si fa presente e agisce. Quasi a dire che ogni limite umano è lo spazio di Dio, lo spazio dove lui si lascia attrarre per manifestare la sua potenza di vita."

Ecco che le debolezze e le fragilità sono abitate dalla fiducia nel Signore così ripetono a parole e con la vita Giuseppe e Maria. La potenza di Dio è mostrata nell'impotenza di un bambino che ha bisogno di tutto, che mistero!!!.Anche noi siamo invitati con loro a confidare non tanto sulle nostre forze ma sull’amore del Signore che viene in aiuto alla nostra debolezza. E ancora una volta la sua misericordia ci salva. Ecco l’insegnamento: non serve contare per essere sicuri di essere salvi e forti, serve contare su di Lui, fidarsi di un amore che è immenso e ci raggiunge.

Guardiamo ai pastori che sanno stare nella notte ma non si lasciano schiacciare dalle tenebre, c’è in loro una piccola luce accesa che è la vigilanza, è la capacità di cogliere i segni del suo amore. C’è sempre per noi un segno da contemplare, da decifrare. Sanno stare svegli nonostante ci siano le notti, c’è il sonno del fallimento, della delusione e dell’incomprensione, la notte della fragilità e della impotenza…Essere comunità che si custodisce a vicenda, una comunità che sa prendersi cura con la responsabilità e la solidarietà: ricordiamoci che siamo avvolti di luce siamo figli della luce e se portiamo un po’ di luce quella luce che ci viene consegnata stasera il mondo sarà un po’ più luminoso. Siamo pastori all’aperto per essere una chiesa sempre più che incontra la vita che ama spazi aperti, cristiani nel mondo.


Grotta libera tutti

E tornando alla conta mi viene in mente di quel gioco che facciamo sin da piccoli, IL NASCONDINO, chi non ci ha giocato. E’ vero ammettiamo che ora è il nostro turno della conta, non vergogniamoci di questo. Riconosciamo che questa tentazione prende anche noi, prende la nosotra vita. La tentazione di misurare la nostra forza sui numeri, di contare solo sulle nostre forze. Ma se ci ricordiamo bene, da bambini, contare non ci piaceva proprio (chi non ricorda che forse qualche volta ha pure imbrogliato e contato velocemente!!!). Smettiamola di contare e mettiamoci subitoa cercare Dio che continua a nascondersi dall’uomo, tornate alla grotta è li il segno della sua presenza ma quando ci accorgeremo che Lui è lì ancora una volta, potente ma all’apparenza impotente ci dirà “grotta libera tutti”, tutti saremo salvi e ci sarà anche per noi il momento in cui saremo salvati e sollevati e invitati a metterci in ascolto di una musica che risuona dai cieli alla terra e ci dice:

GLORIA A DIO NELL’ALTO DEI CIELI E PACE IN TERRA AGLI UOMINI AMATI DAL SIGNORE.

 

E anche queste parole che belle non più con la formula antica “agli uomini di buona volontà” come se tutto dipendesse da noi ma con le parole più antiche amati dal signore ricordandoci che se permettiamo, se lasciamo fare a Dio lui raggiunge tutti come il sole che non solo bacia i belli ma bacia tutti belli e brutti, sentiamoci anche noi baciati da Dio.


Don Giovanni


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