OMELIA EPIFANIA 2022 C’è un dato di fatto, così inizia il vangelo di oggi: GESU’ E’ NATO.E’ un fatto che cambia tutto, cambia la storia (ancora oggi diciamo prima e dopo Cristo).Ma se vogliamo, se permettiamo a Lui di agire nella nostra vita cambia la mia storia, trasforma la mia vita. Potremo dire prima che lo incontrassi e dopo averlo incontrato, ho vissuto come se Dio non ci fosse o fosse lontano e indifferente a me e ora vivo sapendo che lui c’è e mi ama.
L’evento dell’Epifania che significa manifestazione è che Dio si fa incontrare, mostra il suo amore e viene a condividere la nostra condizione umana, lascia la sua condizione divina, “tesoro geloso”, “vita da Dio” per venire a condividere la nostra vita, la nostra condizione, vita “da uomini”.
Il vangelo ci presenta alcuni magi (non sono molti, pochi ma si mettono in cammino). Quanto sarebbe importante ricordarcelo non serve essere in tanti, basta essere in due per partire per un cammino.
Perché erano arrivati lì, fino a Gerusalemme? Perché avevano affrontato un viaggio così lungo e pericoloso? Da dove tutto era cominciato? Questo, io non te lo so spiegare. Quando tu guardi il cielo, riesci a vedere che le stelle non brillano tutte allo stesso modo? Io posso dirti soltanto che i magi si accorsero che una stella splendeva di una luce diversa dalle altre. E proprio per questo si misero in cammino. Una stella aveva colpito la loro attenzione.
Nel mondo ci sono due tipi di uomini: quelli che pensano di sapere tutto, ma non fanno un passo e non muovono un dito, e quelli che sanno poco, ma sono sempre disposti a camminare (come diceva un antico filosofo, grande studioso Socrate “E così hanno preso a odiarmi, lui e anche tutti quelli che erano presenti. Però, andandomene, ho pensato: "Sicuramente sono più sapiente io di quest'uomo; anche se forse nessuno dei due sa proprio un bel nulla, ma la differenza fra noi è che lui crede di essere sapiente anche se non sa proprio un bel niente, io, almeno, so di non sapere". I magi erano proprio come Socrate, come quelli che sanno poco o quello che sanno li porta a conoscere e a cercare sempre di più, mentre a Gerusalemme c’erano i cosiddetti “sapienti”. “Come? Non sapete che è nato a Betlemme di Giudea?”, dissero con arroganza i sapienti ai magi. Loro sapevano, ma non andarono; i magi, che non sapevano, alla fine arrivarono.
La stella li guidava, la sua luce amica accarezzava i loro volti stanchi e rischiarava i passi del loro cammino. Nel cuore essa sussurrava le parole di un sogno. Al vedere la stella, i magi provavano una grandissima gioia. Finalmente la stella si fermò. Brillava come per chiamare i magi e prepararli ad un incontro speciale. Loro videro semplicemente una grotta, ma non per questo si fermarono.
DOVE E’ COLUI CHE E’ NATO
C’è una domanda che li accompagna: DOVE E’ COLUI CHE E’ NATO che potremmo tradurre, dove sei Signore? Dove sei nella mia vita oggi? Dove trovo Gesù?
Gesù è nelle tue aspirazioni
è lui che cerchiamo quando siamo insoddisfatti, in tutte le volte che abbiamo grandi ideali è espresso nei doni.
La Chiesa offre non oro, incenso e mirra, ma colui che in questi stessi doni è significato, immolato e ricevuto: oro per il vero re, incenso per il Figlio di Dio, che è il dono che abbiamo ricevuto, mirra per colui che è venuto a dare la sua vita.
Per me…
l’Oro dell’ascolto (il silenzio è d’oro)
l’incenso della preghiera (come la preghiera anche il fumo del profumo sale in alto verso Dio
la mirra per risanare poveri, deboli e fragili.
Ecco Avviene come uno scambio: mentre i magi offrono oro, incenso e mirra, ricevono un dono ben più grande. Maria presenta loro in abiti bianchi di luce il bambino, ma anche noi se pensiamo ai doni possiamo incontrare Gesù:
NELL’ASCOLTO della sua Parola e del fratello,
NELLA PREGHIERA come risposta al suo amore quotidiano,
NEL FRATELLO DEBOLE che ci fa toccare con mano la carne del Signore.
I magi come spesso vediamo hanno volti diversi perché provengono da differenti culture. Gesù vuole riunire tutta la famiglia umana. Proprio qui, davanti a Gesù, loro si incontrano e sono uniti in un unico gesto di adorazione. Sono prostrati a terra nell'atteggiamento di chi si fa piccolo perché riconosce qualcuno di grande.
Impariamo anche noi a farci sempre più piccoli per fare posto a Lui e come ci ha preparato Giovanni Battista per tutto l’avvento: Lui deve crescere, io diminuire.
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